Torna la grande moda a Firenze. Riapre, dopo un lungo restauro, Palazzo Pitti. E dal 2025 il Museo della Moda dialogherà con gli Uffizi
Abiti storici e dipinti che hanno segnato la storia della cultura italiana: grandi novità per Palazzo Pitti di Firenze che riapre dopo un lungo restauro in un dialogo che porrà la prima pietra miliare di una serie di eventi multidisciplinari nel Museo del Costume della Moda, già conosciuto come Galleria del Costume.
Dal 2025, infatti, un’esposizione permanente offrirà, ai visitatori, l’opportunità di immergersi totalmente nella storia del costume con i nuovi spazi dedicati al costume del XX secolo sino ai primi anni del XXI secolo. Il restauro, durato quattro anni, ci consegna un nuovo museo, oggi più ampio grazie alle otto nuove sale ricreate per due secoli di moda, il Settecento e l’Ottocento. Il nuovo concept vede avvicendarsi circa settanta capi d’abbigliamento con altrettanti accessori tra scarpe, borse, ventagli, guanti e cappelli, databili tra il XVII e XXI secolo, che vanno a inserirsi nella collezione composta da 15mila pezzi.
Le novità del Museo del Costume e della Moda
La novità assoluto, però, sarà legata al dialogo continuo con alcune opere presenti nella Galleria degli Uffizi di cui il polo museale fa parte. Protagonisti, dunque, anche i grandi ritrattisti del Settecento e del primo Ottocento come Carle Vanloo, Laurent Pecheux e Jean-Sébastien Rouillard passando attraverso gli eleganti ritratti dell’Ottocento maturo di Tito Conti, Giovanni Boldini, Edoardo Gelli e Vittorio Corcos; di rilievo, oltre a ciò, alcuni degli artisti più rilevanti dell’avanguardia italiana, come Massimo Campigli, Giulio Turcato, Corrado Cagli e Alberto Burri; le loro opere saranno messe in relazione con stilisti di punta della moda novecentesca.
Si segnalano, infatti, alcuni dei vestiti che hanno scritto la storia della moda, come gli abiti da sposa disegnati dal primo stilista della storia del Novecento annoverato sui manuali, Charles Frederick Worth, oppure le creazioni a forma tubolare di Mariano Fortuny (celebre per il suo plissé) indossate dalla divina attrice teatrale, Eleonora Duse.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde:
“Il costume e la sua storia sono intrinsecamente connessi con l’arte e abbiamo abbiamo voluto sottolineare questo legame attraverso l’abbinamento degli abiti con una selezione di prestigiosi dipinti. Il riallestimento del museo della Moda è molto importante per le Gallerie: questo istituto, unico nel suo genere in Italia, contribuisce a connettere il complesso con la più viva contemporaneità, consentendoci di svolgere un ruolo improntato alla più sfaccettata multidisciplinarietà, in collegamento e attiguità, com’è tradizione per il mondo della moda, con teatro, danza, fotografia e arti performative”.
La curatrice del Museo della Moda Vanessa Gavioli:
“Creare per la prima volta nella storia del museo l’esposizione permanente del nucleo fondamentale della collezione è stata una sfida entusiasmante. L’obiettivo, fin dal principio, era che dal racconto di questo itinerario emergessero i momenti salienti di una raccolta di oltre 15.000 numeri d’inventario. Ovviamente per ragioni conservative vi saranno rotazioni ma la griglia cronologica e concettuale rimarrà stabile”.
Crediti fotografici: Leonardo Salvini