Un’artista totale, Alessandra Pulixi, la street artist che con la sua La Fille Bertha ha conquistato le strade e la moda
Alessandra Pulixi non avrebbe mai immaginato che la sua creatura potesse ottenere tanto successo; eppure, La Fille Bertha, oggi è un marchio totale che, con la sua illustrazione, ha conquistato i grandi marchi della moda.
La sua “ragazza” è un esperimento riuscito; linee spezzate, aperte e chiuse che delineano i contorni di un’immagine apparentemente infantile ma che in essa racchiude molteplici volti femminili. Alessandra ci spiega che i suoi lavori sono un conglomerato di studi ed esperienze e che la sua passione, evidente, arriva dritta ai suoi obiettivi. Note collaborazioni con marchi come IBlues e Sloggi e una nuova partnership attesa entro i primi mesi del 2022 nel mercato cinese; piazza di un’economia che mette il piede sull’acceleratore e che non nasconde quanto sia affascinata dal Made in Italy.
L’intervista
La Fille Bertha aka Alessandra Pulixi e viceversa: quanto è cambiata la tua vita dopo aver creato la tua prima illustrazione?
Ho sempre disegnato, tanto che è difficile pensare che un mio primo disegno, nello specifico, abbia cambiato la mia vita; sicuramente i primi sketch e le prime sperimentazioni, sono state uno specchio per me stessa, un modo per dare forma alle emozioni ed anche un modo per esplorare il mio mondo interno.
Focalizzandomi invece su alcune prime opere illustrate e più compiute, la mia vita è cambiata tanto ed ha preso una direzione in parte sognata e desiderata timidamente, andando così incontro a un crescendo di esperienze professionali incredibili, imprevedibili, stimolanti.
Sono molto grata ai primi disegni, alle prime fasi e all’aver dato ascolto, sebbene anche attraverso le difficoltà del caso, alla voce interna e ai miei impulsi.
Nel personaggio
Ti sei mai sentita “La Fille Bertha” cioè, ti sei mai calata nel tuo personaggio?
La Fille Bertha rappresenta il mio nome d’arte, me stessa, non è dunque un personaggio: è totalmente in continuità con la mia intimità, con la mia personalità, è fatta della medesima materia.
Hai disegnato i muri di tutto il mondo e sei apprezzata anche nell’industria della moda. Da Quattromani a iBlues sino a Sloggi, dove hai customizzato, attraverso una live performance, alcuni prodotti selezionati durante l’opening PRESS DAY del nuovo Flagship store a Milano: il linguaggio dell’illustrazione arricchisce di contenuti l’immagine evasiva della moda …
Ho sempre provato attrazione, tra gli altri, anche per il linguaggio della moda, il giocare con forme e colori, l’abito nella sua forma creativa e identitaria: poter collaborare con brand che sviluppano collezioni e linguaggi, far incontrare il mio mondo e la mia narrazione con la loro, è per me molto interessante, fonte di arricchimento e ricerca.
Alla fine dell’anno, prima in Cina, e nei primi mesi del 2022 in Italia e nel resto dei paesi, uscirà anche una mia capsule collection inedita, la quale mi vedrà nuovamente coinvolta con un brand con cui ho già avuto il piacere e l’onore di collaborare negli anni passati.
L’esperienza con Adidas
Cosa ci racconti del dietro le quinte del docu-film “Girls Unbound” di Adidas?
Lavorare al docu-film di Adidas è stato davvero bello e intenso: una grande sfida quella di raccontarsi apertamente, al contempo una grande occasione.
Far conoscere modelli di Women Empowerment contemporanei e poco canonici alle ragazze di oggi e future donne di domani e poter essere così una voce, è stato incredibile!
Il docu-film è stato accompagnato dalla mia performance presso l’Adidas Originals Flagship di Milano. Ho partecipato con la creazione di un’opera unica dedicata ed ispirata al tema della sostenibilità e dell’importanza di un approccio green. Non è mai abbastanza poter parlare di questi temi, sensibilizzare e sensibilizzarsi, creare nuovi modelli culturali e pratiche differenti, più consapevoli e rispettose, vista l’urgenza e il ritardo globali.
L’evento nello store è stato molto emozionante, era Marzo del 2021. Dopo la pandemia qualcosa in presenza accadeva nuovamente, mi è sembrato incredibile e un nuovo inizio. Diciamo dunque che il “dietro le quinte” è stato tutto segnato dall’emozione!
Nel futuro de La Fille Bertha
Se tu non fossi diventata illustratrice, cosa saresti oggi? Ci hai mai pensato?
Io ho studiato psicologia, sono anche abilitata alla professione.
Prima di studiare psicologia ho studiato copywriting e, in contemporanea al mio percorso non lineare e variegato, ho studiato e approfondito l’illustrazione, in vari ambiti applicativi, e il Visual merchandising.
Attraverso la mia professione attingo, in modo più o meno consapevole, anche ai vari ambiti in cui mi sono formata, questa è per me una grande fortuna e un ventaglio culturale diversificato mi è molto utile ai fini creativi, così come a quelli più pratici.
Non so dire cosa avrei fatto in alternativa a ciò di cui mi occupo attualmente, ma essendo sempre stata immersa nell’arte e nelle sue varie forme, non penso avrei potuto fare altro: lavorare all’interno di un ambito creativo ed espressivo, magari differente, ma indubbiamente muovermi al suo interno.
Cosa ci sarà nel futuro de La Fille Bertha?
Ho svelato nelle righe sopra una prossima uscita nell’ambito di una capsule collection, ci saranno poi delle edizioni di stampe limitate con una galleria italiana, e chissà che altro …
In generale spero in tante esperienze formative e ancora tanti disegni per esplorare e raffigurare il mio mondo ed altri mondi, attraverso il mio linguaggio visivo.
Spero anche in ciò che non posso e non voglio immaginare, per il mio futuro: un po’ di imprevedibilità mi ha sempre affascinata e reso la vita inaspettatamente migliore, o almeno così credo e così mi piace pensare!
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