Venezia costudisce uno scrigno prezioso della produzione tessile italiana: Tessitura Luigi Bevilacqua
Già nel Medioevo, la laguna veneziana era meta di mercanti che commercializzavano pregiati tessuti che provenivano dall’est e che si muovevano per le Fiandre e viceversa. La cultura tessile è, pertanto, ben radicata in Veneto e Tessitura Luigi Bevilacqua ne è una chiara testimonianza.
Le radici dell’azienda sono ben consolidate nel Rinascimento italiano. È stata fondata nel 1499 quando fiorente era l’attività artistica nel Bel Paese. Leonardo da Vinci, mentre si dilettava con le sue ingegnose macchine volanti (che avrebbe forgiato da lì a poco) terminava il suo celebre dipinto Dama con l’Ermellino (1482-1499); Michelangelo, consegnava la Pietà vaticana, simbolo della cristianità, eletta in tutto il mondo.
Nell’Italia rinascimentale, l’industria tessile era ben avviata. I protagonisti principali di questa crescente influenza nell’arte tessile, che rendere il fatto in Italia molto ambito, sono le famiglie aristocratiche dei Medici, Gonzaga e Sforza che fanno, di Firenze, Mantova e Milano, le più importanti Signorie italiane. Esse influenzeranno non solo gli stili di abbigliamento, ma anche la produzione dei tessuti. E Caterina prima e poi Maria de’ Medici, saranno le donne che esporteranno lo stile italiano, in tutto il mondo.
Così, a Firenze, come Siena e Venezia, nasceranno le prime botteghe tessili, alcune ancora oggi in attività. Venezia, porta d’Oriente, sarà influenzata dalle provviste tessili provenienti dall’est e sarà in grado di sviluppare un mercato ricco di stoffe pregiate, intessute con fili d’oro e d’argento e pietre preziose.
Tessitura Luigi Bevilacqua, la storia
Nel 1875, Tessitura Luigi Bevilacqua incontrerà un primo ostacolo con il decreto napoleonico del 1806 che chiude, di fatto, le corporazioni veneziane. Il decreto danneggerà l’Arte della Seta e, di fatto, anche il tessuto jacquard che il francese Joseph Marie Jacquard ultimò appunto tra il 1804 e il 1806. I tessitori si opposero senza remore all’introduzione della produzione industriale senza, però, ottenere successo. L’inizio del XIX secolo sembra quindi segnare la scomparsa dell’Arte della Seta, ma nulla andrà perduto. La resistenza, infatti, porterà i suoi frutti.
Venezia, caput mundi della produzione tessile italiana
Nel 1875, come scrivevo, Luigi Bevilacqua e il suo socio, Giovanni Battista Gianoglio, acquistano un vecchio edificio, in Fondamenta San Lorenzo, Sestiere Castello, che trasformeranno nel loro quartier generale. Con la fondazione dell’azienda si tutela la storia di Venezia e del suo più grande protagonista, l’imperatore Enrico IV che si innamorò di una dama veneziana. Per lei, fece realizzare un mantello di seta, creato dal suo sarto greco.
L’arte della tessitura veneziana, però, ha una storia ben più antica, Medioevale. Venezia importa la sericoltura dall’Impero bizantino, probabilmente dopo l’assedio di Costantinopoli, nel 1204. La stessa occasione in cui i Veneziani presero i quattro cavalli collocati sulla facciata della Basilica di San Marco.
In un documento rinvenuto negli archivi della Repubblica Veneziana, compare lo statuto dell’Arte dei Samiteri. Questa corporazione, che prende il nome dal tessuto sciamito, realizzava tessuti preziosi come il damascato, broccati e rasi oltre, chiaramente, allo sciamito: tessuto in seta decorato da preziosi fili d’oro. Solo nel Trecento, nella laguna arriverà il velluto con i tessitori e tintori da Lucca, in fuga dalla città per ragioni politiche.
Infine, l’Arte dei Tessitori di Seta nasce nel 1488 e ha sede prima in Campo dei Gesuiti, poi nella Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia.
Una storia affascinante, quella dei tessitori veneziani, custodita nell’eredità di Tessiture Bevilacqua che, nel tempo, ha conquistato l’Alta Moda e il design con le borse di Roberta di Camerino. Molti dei tessuti realizzati, oggi sono un cimelio nelle stanze del Cremlino e nel Municipio di Stoccolma, grazie all’artista svedese Maja Sjöström. Alcune stoffe, inoltre, decorano varie chiese di Venezia, come la Basilica della Salute.
Tessitura Luigi Bevilacqua, oggi.
Come un tempo, i tessuti sono realizzati con telai manuali con operazioni che durano svariati mesi.
“Non c’è dubbio che sia un lavoro duro e impegnativo. Ma sapere di produrre qualcosa di assolutamente unico, con tecniche e strumenti antichi che praticamente nessun altro possiede, è una soddisfazione assolutamente indescrivibile”, racconta la tessitrice Gloria che accompagna i visitatori alla scoperta dell’azienda.
Fin dalle sue origini, la Tessitura è stata gestita dai figli e dagli eredi di Luigi Bevilacqua. Oggi è guidata dall’avv. Rodolfo Bevilacqua, presidente e responsabile della produzione, e dal fratello, dott. Alberto Bevilacqua, amministratore delegato e responsabile marketing. Grazie all’aiuto indispensabile dei loro collaboratori, i Bevilacqua conducono la società in prima persona, garantendo un prodotto di alta qualità, oggi come allora.
Le visite alla Tessitura sono possibili solo su prenotazione.
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