Allieva di Gio Ponti, disegnatrice del celeberrimo divano Strips che le valse il Compasso D’Oro: in omaggio a Boeri
Cini Boeri, la grande architetta italiana che “progettava per gioia”, avrebbe compiuto un secolo di vita, il 19 giugno 2024. La ricordiamo a un centenario della sua nascita. Capace di comprendere e assecondare le evoluzioni estetiche dettate da una società sempre più minimalista e in movimento, per anni si è battuta contro il “nonnismo” che imperava nel mondo dell’architettura. La laurea conquistata con duro lavoro nel 1951 la vede tra le uniche tre donne a fregiarsi del titolo di architetto al Politecnico di Milano, in quella sessione. Una conquista? Secondo Boeri era una mera sconfitta per il progresso sociale e lavorativo della donna.
Il centenario della nascita di Cini Boeri; alcuni suoi pensieri.
Nel Novecento, altisonanti sono stati i nomi di architetti uomini; citiamo Gio Ponti (suo Maestro) Gae Aulenti. Meno sono state attenzionate le donne, tra cui Maria Cristina Mariani Dameno, meglio conosciuta come Cini Boeri a seguito della sua unione con il neurologo Renato Boeri dal quale si separa nel 1965.
Antifascista, si scontra con la convinzione dell’architetto e urbanista italiano Giuseppe De Finetti, che la esorta a guardare oltre al sogno dell’architettura perché lavoro delegato alle menti maschili.
“Fare questo mestiere vuol dire rinnovarsi ogni giorno, creare sempre qualcosa di nuovo […] L’architettura è provocatoria perché deve o dovrebbe aiutare l’uomo a vivere. È una forma di creatività che trae origine dalla vita stessa, quindi la qualità di un architetto dovrebbe migliorare nel corso degli anni“, diceva.
La Casa Bunker di Cini Boeri e i riconoscimenti
Se è vero che Cini Boeri ha ottenuto l’importante riconoscimento Compasso D’Oro con il divano Strips, disegnato nel 1968 per Arflex ed esposto presso la collezione permanente della Triennale di Milano, è altrettanto certo che l’opera alla quale era molto affezionata è la Casa Bunker, una piccola villa a La Maddalena. A Klat Magazine, riferisce: “Sintetizza al meglio il mio modo di pensare. La pianta ha quattro stanze, ognuna con il proprio bagnetto e una propria uscita verso il mare. Il mio concetto di abitazione è stato sempre questo: massima autonomia, cioè piena responsabilità.“
Protagonista di una produzione fiorente a cavallo degli anni Sessanta/Settanta, Cini Boeri ha sempre avvertito il divario tra i progetti di metà Novecento e quelli attuali; i primi quotati alla funzione, i secondi al design decorativo.
Quando nel 2011 ricevette la benemerenza della Repubblica Italiana: Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, lei rivolgendosi al Presidente Giorgio Napolitano rispose che non l’avrebbe mai indossata.
Impegnata nell’architettura civile, fra le varie collaborazioni si citano: il rifugio destinato alle madri nubili di Lorenteggio in collaborazione con Zanuso e gli arredi per il laboratorio di falegnameria dei detenuti del carcere di Bollate in collaborazione con Liveinslums.
Cini Boeri muore nella sua casa milanese il 9 settembre 2020 all’età di 96 anni.