Un gigante dell’architettura nostrana passa dal dimenticatoio al lusso estremo grazie a Louis Vuitton
La nuova boutique milanese di Louis Vuitton, in piazza San Babila, diventa simbolo del decadente che rinasce. Una rinascita contemporanea, frutto di anni di studio sul suo restauro. L’edificio in questione è un’ex autorimessa, il Garage Traversi, che da oltre due decenni versava in totale abbandono.
Progettato tra il 1936-38, è considerato un vero gioiello dell’architettura italiana degli anni Trenta. A disegnarlo è l’architetto urbinato Giuseppe de Min (27 marzo 1890 – 1962) che disegna un edificio con pianta poligonale a struttura portante in cemento armato su fondazioni a plinto, murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana. Le forme curve si ammorbidiscono di ampie vetrate per otto piani fuori terra.
Edificato su commissione del Comune di Milano, l’edificio è tra i primi fabbricati milanesi realizzati in cemento armato a vista. Cessata l’attività nel 2003, fu acquistato da Aedes in comproprietà con l’imprenditore Luigi Zunino con lo scopo – probabilmente – di demolirlo. Fu Carla Di Francesco, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia ad apporre il vincolo di salvaguardia monumentale, al fine di tutelare un simbolo dell’architettura razionalista.
La rinascita di Garage Traversi, il mecenate? Louis Vuitton
Louis Vuitton, il mecenate. Il marchio francese di moda d’alta gamma recupera l’opera urbanistica di Giuseppe de Min collocando la sua nuova boutique nel quadrilatero della moda milanese. Dopo aver utilizzato i suoi spazi per esporre le opere della mostra collettiva “Objets Nomades” durante la Milano Design Week edizione 2022, riapre ufficialmente al pubblico lo scorso 6 gennaio 2023 in concomitanza con il lancio mondiale della collezione disegnata insieme all’artista giapponese Yayoi Kusama.
La nuova boutique Louis Vuitton in Piazza San Babila
La nuova boutique di Louis Vuitton, situata in Piazza San Babila di Milano, si articola su tre livelli, due destinati alla vendita. Gli arredi interni sono caratterizzati da un uso impulsivo del colore, con alternanza tonale che va dal giallo al fucsia, e dal giallo al blu Klein. Tra gli oggetti di decoro, appenderie in legno, pietra e ottone e opere che interpretano l’idea del viaggio della griffe, disegnate da Frank Chou, fratelli Campana, Patricia Urquiola, Laura Baldassarri e Alberto Biagetti, Damien Langlois-Meurinne, Andrew Kudless.
Il primo piano è una vera e propria camera delle mirabilia, riservata a progetti speciali. Un vero pop-up dove esporre le opere di artisti internazionali legati, nottetempo, alla griffe come Marc Jacobs e, appunto, Yayoi Kusama.