Regina delle passerelle londinesi prima e francesi, poi: l’icona del punk muore all’età di 81 anni: soffriva ormai da tempo
Quando muore un’icona del fashion biz come Vivienne Westwood, quasi vien voglia di riscrivere quel capitolo della storia della moda che in molti hanno commentato. L’utilità, lo scopo, è aggiungere più emozioni che operato, al testo. La spregiudicata Vivienne, diciamocelo con onestà, non ha mai disegnato una collezione per piacere alla stampa ma per sensibilizzare l’opinione pubblica. Tant’è vero che, come nella maggior parte dei casi, gli incassi dell’azienda non sono stati derivati dal prêt-à-porter ma dalla vendita esclusiva di accessori e profumi.
Vivienne, dunque, è un linguaggio; un’espressione catartica di un movimento – quello punk – divenuto nel tempo stendardo della sostenibilità al pari, della sua collega Stella McCartney, che di lei, nelle ultime ore, scrive: “Oggi abbiamo perso una delle più rare icone britanniche della moda, di sempre […] Lei era un genio. Vivienne ha inventato momenti storici di moda […] Ha guidato la strada da percorrere […] Grazie, Dame Vivienne Westwood per quello che ci hai dato. Vivrai per sempre. Dio salvi Westwood … il punk-rock non morrà mai”.
E allora, mentre tutta l’editoria in questi istanti cerca (forse anche inutilmente) di ripercorrere la carriera della stilista british (c’è una pagina wikipedia a lei dedicata al quale oggi, in molti, stanno attingendo), noi vogliamo ricordarla attraverso le sue parole.
Vivienne Westwood, il pensiero
- “Negli anni ’50, mentre disegnavo, mi sono resa conto che la moda poteva essere un mezzo per parlare al mondo dei suoi problemi. L’attenzione verso il fashion system era tanta, ho pensato che se avessi avuto qualcosa di più importante da dire sarei stata certamente ascoltata.”
- “Sogno un mondo senza proprietà, senza tasse, senza inquinamento, senza chiacchiere inutili su cose che sono una perdita di tempo. Come la Brexit. Sono stati spesi fin troppi soldi per parlare di qualcosa di antidemocratico. Trovo incredibile che si accetti di cambiare la situazione di un Paese quando le percentuali di voto sono il 49 e 51 per cento. Questa non è democrazia, ma follia.”
- “Sai, un nudo non è mai nudo. Hai sempre una bella acconciatura, un segno di bellezza, un anello o qualunque cosa sia. Devi sempre essere “vestito” in qualche modo.
- “Ecco chi sono. Cogito ergo sum : penso, dunque sono. La mia continuità attraverso tutte le diverse vite che ho condotto, perché tutti cambiano, la tua prospettiva è così diversa tutto il tempo. Voglio dire, chi avrebbe mai pensato al cambiamento climatico negli anni ’50?”
- “Progetto sempre per un universo parallelo; un mondo che non esiste. Sai, un mondo così è solo migliore”
- “Vorrei essere l’ultima persona sulla Terra. Vorrei sapere come va a finire.”