Un titolo che non lascia spazio all’immaginazione, che descrive il genio di Roberto Capucci, in mostra con “Seriche Armature”. In programma fino all’8 gennaio 2023, l’esposizione è stata prorogata sino al prossimo 16 aprile 2023, presso il Labirinto delle Masone di Franco Maria Ricci, a Fontanellato, in provincia di Parma.
Geniale quanto espressivamente elegante, lo stilista italiano ha mantenuto vigorosa la tradizione sartoriale nostrana attraverso abiti cuciti come armature gentili. L’esposizione celebra il profilo di un grande professionista del Made in Italy attraverso una raccolta delle sue creazioni più discusse, vere opere d’arte scultoree che creano un collante tra comfort zone stilistico e la grandiosità plastica della scultura.
Roberto Capucci, l’artista dietro la figura del sarto raccontato nella mostra Seriche Armature
A soli 20 anni, Capucci inizia a percorrere la strada maestra, aprendo il suo atelier in via Sistina, in quella città, Roma, che gli diede in natali nel 1930. Ci vorrà davvero poco affinché lo star system riconosca, in lui, la stoffa del sarto, bramando ogni sua creazione. Lungo la sua carriera vestì vere icone di stile come Marilyn Monroe, Gloria Swanson e la first lady americana, Jackie Kennedy. L’attrice italiana Silvana Mangano indossò gli abiti da lui disegnati per “Teorema“, la pellicola Pier Paolo Pasolini, firmata nel 1968. Un sodalizio che continuò anche fuori il set con Silvana che confidandosi allo stilista, disse: “Voglio essere una donna sofisticata, elegante, intelligente. Oppure smetto di fare cinema“. Ci riuscì anche grazie al supporto di Roberto.
Capucci fu anche tra i protagonisti della storica sfilata fiorentina, quando Giovan Battista Giorgini, quel giorno del febbraio 1951 a Villa Torrigiani, creò la moda italiana. Poi, il successo planetario; la sfilata in una Parigi al buio per lo sciopero della luce e illuminata dalle perle fluorescenti indossate dalle modelle in passerella (una vera ovazione per la stampa estera), sino all’Oscar della Moda che ricevette nel 1958 a Boston, per la linea a scatola.
Ispirato totalmente dall’arte, le sue armature seriche hanno scritto la storia della moda grazie a tagli e strutture solidi, dominate non solo dalla stoffa ma anche da un sapiente uso dei colori. La mostra dedicata a Roberto Capucci condurrà il visitatore in un viaggio immersivo, tra opere che danno l’idea della creatività dello stilista, spesso ispiratosi anche alla letteratura classica come nel caso del mito delle Metamorfosi di Ovidio. Sebbene abbia ricevuto una stroncatura dalla stampa che non riconobbe in Capucci, la terza collezione a sua firma, ispirata dalla scuola tedesca dei pittori del Quattrocento, il designer ha saputo valorizzare l’effimera poetica della moda attraverso la sua personalissima e raffinata interpretazione di essa.