Lo stilista basco aveva 88 anni. Fu il primo a introdurre la musica nelle sfilate
È morto Paco Rabanne, lo stilista di origine basche che ha scritto un capitolo importante della storia del costume contemporanea.
Passerelle e cinema, nella vita di Paco non mancano nemmeno eventi drammatici come la fuga a 5 anni dalla sua terra d’origine a causa della guerra che minava la sua e l’incolumità dell’intera famiglia.
Tre furono le novità introdotte da Rabanne in passerella: l’utilizzo dell’alluminio come tessuto, la musica e le modelle di colore. Fu il sarto spagnolo che rivoluzionò, in sostanza, l’intero sistema moda.
Intelligenza acuta, grande creatività e mancanza di filtri, Paco era un uragano di idee, giudizi e parole.
Tagliente. Quando c’era da dire qualcosa, anche scomoda, non si tirava certo indietro. Negli anni Novanta, nel ’95 con esattezza, etichettò la bellissima Claudia Schiffer come “Una vacca tedesca che non sa nemmeno sfilare“. L’intervista, apparsa su Diario 16 e ripresa da la Repubblica (qui il link), continua affondando il coltello nella piaga: “E’ l’ unica che odio – dice Rabanne con foga – Certo, è una bella ragazza e in posizione orizzontale, sopra un letto, deve essere fantastica. Ma in verticale è un orrore. Non sa sfilare, non sa portare i vestiti che indossa, non ha grazia né spirito“.
La prima collezione di Paco Rabanne
Fuggito all’età di 5 anni dalla sua terra Natale con il nome Francesco Rabaneda y Cuervo, Paco Rabanne si rifugia in Francia dove la madre prende a lavorare nell’atelier di Balenciaga. La sua nuova vita si lega agli studi in architettura che affronterà dal 1952 al 1964 presso l’Ecole Nationale des Beaux-Arts di Parigi. Per finanziarsi gli studi, inizia a disegnare per Charles Jourdan e Roger Model introducendosi, così, nel mondo della moda.
Nel 1959 arriverà il successo e si diletta a disegnare accessori per Givenchy, Pierre Cardin e Courrèges. Solo sette anni dopo, fonderà la sua griffe che debutterà con la sfilata Twelve Importable Dresses In Contemporary Materials. Il titolo della collezione non lascerà spazio all’immaginazione. In passerella, infatti, compariranno abiti in alluminio e lastre rhodoïd. Questa innovazione portata a Parigi non piacerà a Coco Chanel che, denigrandolo, disse di lui: “non è un couturier ma un metallurgista.” Ad ogni modo, il giovane stilista non si farà scalfire dalle parole di Mademoiselle, continuando a portare avanti la sua rivoluzione estetica. Nel 1968, i suoi abiti ispirati allo Spazio furono i più fotografati in assoluto.
La sostenibilità secondo Paco Rabanne
Lo stilista fu il precursore della moda sostenibile proponendo, negli anni Ottanta, una collezione Uomo realizzata con materiali di riciclo come tessuti luminescenti, fogli metallizzati, metallo di finto camoscio intrecciato, tende di perle di legno, giornali, spugne, bottiglie d’acqua.
Negli anni Novanta, il metallurgista della moda utilizzerà dischi laser (1988), la fibra ottica (1993) e il plexiglas (1994).
Il messaggio di cordoglio della Maison di moda Paco Rabanne
“La Maison Paco Rabanne desidera onorare il suo visionario stilista e fondatore, scomparso oggi all’età di 88 anni. Tra le figure più importanti della moda del XX secolo, la sua eredità rimarrà una costante fonte di ispirazione. Siamo grati a Monsieur Rabanne per aver fondato il nostro patrimonio d’avanguardia e per aver definito un futuro di possibilità illimitate”, ha scritto l’azienda. Lo stilista, nato a Pasajes, nei Paesi Baschi il 18 febbraio 1934, è morto a Portsall, in Francia, secondo quanto riferisce El Pais che precisa che le cause della morte non sono state al momento rese note.”