Tiziano Guardini ci racconta la sua “Fiaba“: la collezione autunno/inverno 2022-23 presentata durante la Milano Fashion Week.
“Dobbiamo creare la nostra fiaba“: l’eco-designer Tiziano Guardini ci narra la sua favola e, al fotografo salentino Daniele Notaro, lascia il compito di raccontarci, attraverso le sue immagini, il mito creato dallo stilista per la collezione autunno/inverno 2022-23.
La risposta concreata alla sostenibilità è nell’uso di lembi di stoffa inutilizzati, che si incastrano tra loro per realizzare capi unici. E il tartan, tessuto che ritorna in tutte le collezioni di Tiziano, lascia ogni protagonismo al trompe-l’oeil degli over coat.
L’intervista
Durante la trascorsa edizione della Milano Fashion Week hai presentato la collezione FW 2022-23 titolata “La Fiaba”: a cosa ti sei ispirato?
Ci siamo sempre trovati accolti, ispirati e a volte abbiamo trovato emozioni profonde nelle parole che abbiamo letto o udito in questi racconti. In un momento in cui è importante scrivere una nuova storia, tutti diventiamo protagonisti del futuro che vogliamo, sogniamo o semplicemente abbiamo il coraggio di segnare un nuovo sentiero. L’obiettivo è di creare un risveglio consapevole, di trarre insegnamento da quei racconti e di creare la nostra fiaba.
“Bisogna essere coraggiosi per essere felici”, scrivi sul tuo profilo IG: cos’è che ti rende coraggioso e, soprattutto, quando è stata l’ultima volta che sei stato felice?
Sicuramente il coraggio l’ho dovuto avere nel creare un sentiero nuovo e ogni giorno nel volerlo perseguire. Per quanto riguarda l’ultima volta che sono stato felice … Lo sono stato in questa presentazione. Una fiaba da vivere e far vivere, una bolla emozionale accogliente e fuori dal tempo, piena di valori che generano vita, circolarità, ahimsa, gioia di vivere, voglio di sognare, tutto concentrato in un momento e in un luogo. Nei giorni dopo e ancora adesso ricevo parole di ringraziamento e di incoraggiamento da coloro che c’erano o hanno ricevuto video e foto di quella “magia”.
Quale fiaba, secondo te, dovremmo raccontare ai piccini per educarli ad un mondo migliore?
Tra le storie da raccontare ai piccini, per me la migliore è la leggenda africana del “Colibrì e il leone”; racconta che una sera un grande incendio scoppiò nella foresta e tutti gli animali iniziarono a correre impazziti, preoccupati per le proprie case, per le proprie provviste … tutti, tranne uno: un piccolo colibrì che si diresse verso uno specchio d’acqua, ne prese una goccia e si portò verso le fiamme: la lasciò cadere. Poi ritornò a prenderne un’altra. Il leone vedendolo, lo iniziò a deridere, urlandogli: “Cosa ti credi di fare, tu che sei così piccoletto?” Il piccolo colibrì, prima di tornare alle fiamme, gli rispose “Io faccio la mia parte”. Insegna agli animali a prendere l’azione e insieme spensero l’incendio! Questa storia racconta perfettamente la mia filosofia di vita e, di conseguenza, il mio lavoro e quello che vorrei.
A proposito di fiabe, qual è la tua preferita?
La mia è cappuccetto rosso, non so perché nello specifico ma l’ho sempre amata molto. Mi hai sbloccato un ricordo del passato.
Da anni e con fermezza porti avanti il tuo progetto eco-sostenibile, molto prima che il termine eco-friendly divenisse un trend all’interno del settore moda: ma si può davvero essere sostenibili nell’industria tessile?
Si può sicuramente iniziare a fare un percorso di consapevolezza. Il sentiero per trasformare un’intera filiera è, e sarà lungo ma non impossibile. Io lavoro come designer e consulente in sostenibilità, sviluppando nuovi progetti sostenibili interni e conversioni, e vedo che la differenza è nella determinazione da parte della dirigenza. È un cambiamento che dobbiamo fare ma non tutti sono pronti “psicologicamente” a farlo. È un cambiamento e a volte se non hai quella sensibilità è difficile farlo.
In Austria sarai impegnato per in progetto importante: cosa ci puoi raccontare?
Che sarà lanciato il 21 marzo …