Parigi vale una visita, anzi due: una per i musei e per le sue boutique di lusso e l’altra per il Mikado Dancing
La Ville Lumière è centro nevralgico dell’arte, della moda e della gastronomia, riconosciuta a livello mondiale. Parigi è luce, con i suoi bouvelard illuminati già dal 1667, anno in cui il tenente di polizia Nicolas de La Reynie fece installare in città 6.500 lanterne su richiesta di Re Sole, che temeva la criminalità nelle sue strade aggravatasi, poi, in seguito all’urbanizzazione feroce di Haussmann. Parigi è anche danza, ballo, relax e quando calano le tenebre della notte, è anche Mikado Dancing.
The city of light si illumina anche di giorno con i suoi vicoli stretti che pullulano di storia: vicende affascinanti cullate sulle note olfattive dei croissant appena sfornati nei pastry shops.
Parigi è camaleontica. Non è solo Moulin Rouge ma è anche grandiosa stranezza, legata al suo essere fascinosamente glamour e attenta alla sua immagine. In città, infatti, esiste un edificio fantasma che pare, in quasi tutto il suo perimetro, disabitato. È situato al civico 145 di Rue La Fayette ed è una facciata unica perché al suo interno nasconde una bocca d’areazione della metropolitana.
La notte parigina sulle note del Mikado Dancing
Crazy Horse, Moulin Rouge, Les Folies Bergère sono tra i cabaret più famosi di Parigi. Luoghi d’incontro di artisti e gente comune (Claude Manet dedicò a Le Folies Bergère un celeberrimo dipinto) dove si tenevano spettacoli circensi, danzanti e spesso provocatori.
Nel centro nevralgico della notte parigina riapre il Mikado Dancing ma sotto una nuova veste. Pigalle, quartiere popolato da artisti e conosciuto per i suoi diversi night club, nel basement dell’Hôtel Rochechouart, rinasce una delle più antiche discoteche della capitale francese, il tempio del tango coinvolgente, ballato in modo clandestino. Sono gli anni Venti, quelli definiti “ruggenti” perché, lontano da ogni utopia, furono scanditi da una capacità rivoluzionaria senza precedenti, folli e spregiudicati grazie alla voglia di rivalsa post bellica.
Illuminato da alcune lanterne giapponesi, il Mikado Dancing ricorda i vecchi bar d’oppio. Per l’arredamento, il duo Festen, Hugo Sauzay e Charlotte de Tonnac, firma dei restauri interni dell’Hôtel Rochechouart, hanno disposto tappeti, morbidi divani e pouf dall’aspetto retrò, un grande bancone con motivi Art Déco e un grande velluto appeso tende.
In centro, sotto le palle da discoteca, una pista da ballo per ballare tutta la notte.