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Mostra Germana Marucelli, Pitti Immagine Uomo

Germana Marucelli in mostra

Paragonata a monsieur Dior, Germana Marucelli è stata una delle sarte più apprezzate del Made in Italy

Probabilmente non tutti conosceranno il suo nome ma Germana Marucelli, al quale Pitti Immagine Uomo dedica una mostra, è stata tra le sarte italiane più ammirata al mondo.

Fu definita, dalla giornalista Fernanda Pivano, “l’intellettuale della moda”, paragonata alla stregua di un pittore e uno scultore per le sue capacità di lavorare la stoffa e scolpire, così, la silhouette di un abito. A lei fu riconosciuto il merito di aver sconsacrato la leadership della moda francese nel campo della moda. Fiorentina di origine, fu tra i protagonisti del primo evento dedicato esclusivamente al Made in Italy, tenutosi da Bista Giorgini a Firenze, il 12 febbraio 1951, dinanzi a buyer internazionali come Gertrude Ziminsky per B. Altman and Company di New York, John Nixon per Henry Morgan di Montreal, Ethel Francau; Jessica Daves e Julia Trissel per Bergdorf Goodman di New York, Stella Hanania per I. Magnin di San Francisco.

Germana Marucelli in Atelier

Con lei, in quella serata inaugurale, parteciparono: l’atelier Carosa (della principessa Giovanna Caracciolo), Alberto Fabiani, l’atelier Simonetta (della duchessa Simonetta Colonna Visconti), Emilio Schuberth, le Sorelle Fontana, Jole Veneziani, la sartoria Vanna (di Manette Valente) e Vita Noberasco.

Germana Marucelli, l’intellettuale della moda italiana

Germana aprì il suo atelier milanese nel ’38, molto prima che il mondo apprezzasse le sue doti sartoriali grazie alla sfilata fiorentina; filo e ago, però, non erano le sue uniche passioni. La Marucelli, infatti, si appassionò attivamente anche di letteratura tanto da creare, negli anni Cinquanta, un atelier artistico-letterario. Tra i frequentatori si annoveravano poeti come l’ermetico Salvatore Quasimodo e il premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale. Erano gli anni degli appuntamenti con Gio Ponti, che di lei scrisse: “Marucelli non è solamente una sarta alla moda; è soprattutto un’artista che ama gli artisti, si circonda di pittori e di letterati; se disegna e crea vestiti lo fa soltanto perché raggiunge in essi una forma del bello palese e viva“; e ancora di Campigli e Gentilini, che si recavano in atelier ogni giovedì per discutere di arte, letteratura e società.

Mostra Germana Marucelli.
Ph. Antonio Quattrone

Da modellista, Geramana rischiò di essere denunciata per aver copiato “a memoria” – come da lei sostenuto – un capo dell’atelier milanese Ventura, composto da diverse pieghe. A smascherarla fu la direttrice Madame Hannà che dopo averla sbugiardata si complimentò per la sua bravura. Figlia d’arte, la sarta apprese le basi del mestiere nella sartoria di famiglia, conoscenze che trasferì successivamente nella sua prima bottega genovese inaugurata nel ’32 del Novecento e, qualche anno più in là, nel suo atelier meneghino, al numero 38/2 di via Cerva.

Le celebri collezioni di Marcelli

Marucelli anticipò Paco Rabanne con la realizzazione di abiti in alluminio quasi a imitare un’armatura, creati con la partecipazione di Getulio Alviani. Introdusse i primi stilemi del New Look di Dior; fu protagonista della moda italiana e internazionale con il lancio della linea Impero dedicata a Botticelli (1951); Fraticello dedicata alla purezza dei colori del Beato Angelico; collezione Astratta ispirata da Picasso e Mirò.

Alcuni abiti in esposizione. Ph. Antonio Quattrone

Germana Marucelli in mostra a Firenze

A quarant’anni dalla sua morte, a Palazzo Pitti di Firenze dal 13 giugno al 24 settembre 2023 si terrà la mostra Germana Marucelli. Una visionaria alle origini del made in Italy: la mostra che percorre, a ritroso, l’attività della sarta. In esposizione, 40 look e 12 sezioni che esplorano la visione che Germana aveva della donna. A cura di Silvia Casagrande.

Foto di copertina – Antonio Quattrone

Stefania Carpentieri
Author: Stefania Carpentieri

Ho fondato Mirabilia Magazine per un clic sbagliato. Senza ragionarci e senza la consapevolezza di averlo fatto. Ho lavorato sempre per gli altri avendo poca soddisfazione. Gli anni nell'editoria legata alla moda, bastano. Ora è il momento di guardare avanti. Sono un sagittario, capirete.

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