Nessuno può rimanere immune al fascino delle edicole: chioschi dove il sapere si divulga nel mondo. Ecco la loro storia
Non tutti conoscono la storia dei chioschi per la vendita dei giornali eppure, dinanzi alla loro struttura architettonica, tutti rimaniamo attratti. Qualche tempo fa, Louis Vuitton ha restaurato alcuni chioschi di Venezia, a testimonianza che il fascino retrò di questi luoghi continua ad ammaliare e va conservato.
La parola edicola deriva dal latino aedicula “tempietto” ed destinata a descrivere un piccolo tempio ad ornamento di immagini sacre o epigrafi. La loro presenza è datata attorno al 753 a.C., in epoca romana ,come testimoniano le edicole di Vesta realizzate con due colonne o pilastrini con sovrapposto frontone.
In Italia, nell’epoca della riproducibilità tecnica, l’edicola diventa un esercizio commerciale che prende piede attorno al 1800, quando la carta stampata promuove la lettura dei fatti più salienti del giorno con i quotidiani.
L’era della riproducibilità tecnica
Sin dall’antichità, infatti, i libri erano riprodotti a mano dagli scriba e riservati ad una platea di lettori veramente ridotta: uomini facoltosi, politicanti, mercanti, importanti feudatari e mecenati. Le donne avevano il divieto assoluto di avvicinarsi alla lettura sia per i temi trattati da alcuni romanzi sia per la mancanza di istruzione che vietava loro il saper leggere. Le donne facoltose, spesso, si avvicinavano alla lettura in segreto. Questo accadeva soprattutto nel Medioevo. Anche i luoghi del sapere muteranno. Lo scriptorium divenne, in seguito, un laboratorio artigianale nel retro bottega dove alla produzione dei libri si avvicendava la vendita. I testi con tematiche poco compromettenti venivano esibiti nelle teche delle librerie; le storie indecenti, con protagonisti i principali personaggi dell’epoca, venivano riprodotti su richiesta e venduti clandestinamente.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili (1455) apre il varco alla moderna editoria. L’idea è di Johann Gutenberg, orafo e tipografo tedesco che, come scrisse lo storico, letterato e politico Cesare Cantù: “Ad accelerare ed assicurare i progressi dello spirito umano valse un’invenzione suprema di questo tempo, la stampa”. Il primo libro riprodotto fu la Sacra Bibbia. La sua invenzione precede la xilografia e sarà l’antesignana dell’attuale stampa che, con la stessa matrice non solo ha prodotto copie identiche ma anche anche standardizzato la lettura e divulgato il linguaggio volgare. Soprattutto nell’800, i chioschi sono collocati vicino ai café proprio per dare agio, ai borghesi, di leggere in relax, sorseggiando tè o cioccolata calda. La lettura, dunque, era prevalentemente mattiniera o pomeridiana.
I chioschi di Haussmann
I chioschi parigini sono, certamente, i simboli indiscussi della rivoluzione urbanistica voluta dal Barone Haussmann per mano di Luigi Napoleone con il suo piano regolatore, inquadrato con grandi arterie rettilinee chiamate Boulevard. Nell’Ottocento, Haussmann nel suo piano urbanistico inserì anche i chioschi musicali negli spazi verdi della città. Piccoli teatri che negli anni sono stati riqualificati e adibiti a edicole per giornali o café.
Le edicole più famose in Italia
I chioschi nascono per l’esigenza di far divulgare le notizie più salienti della società, attraverso fonti attendibili, scritte da professionisti. Il primo quotidiano così come lo conosciamo oggi, è il gazzette pubblicato nella Repubblica di Venezia nel 1536. Fu messo in vendita al prezzo di una moneta d’argento detta, appunto, gazeta.
In Europa, il primo giornale a stampa fu il Relation aller Fürnemmen und gedenckwürdigen Historien, pubblicato nel 1609, a Strasburgo. Il primo quotidiano fu la Einkommende Zeitungen, stampato a Lipsia nel 1650. Dalla Germania, l’editoria farà i suoi adepti in Francia con La Gazette di Parigi (1631) e a Mantova, con la Gazzetta di Mantova (1664).
Proprio in questa città italiana si colloca la più antica edicola italiana in stile Liberty, in piazza Canossa. Due anni dopo, nel 1884, fu edificata quella di Forlì seguita, nel 1887, da quella di Salerno. La struttura circolare, si erge in ferro e vetro armonizzandosi con l’arredo urbano di Mantova.