Gallerie dell’Accademia di Venezia dedica un’importante retrospettiva su uno degli artisti più influenti e innovativi del XX secolo.
La mostra, dedicata a Willem de Kooning e attesa alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal 17 Aprile al 15 Settembre 2024, indaga sull’impatto che i due soggiorni italiani (1959 e 1969) ebbero sul lavoro dell’artista.
Il pittore e scultore statunitense di origini olandesi, sentii l’influenza di pittori fiamminghi come Vincent van Gogh, Kees van Dongen e James Ensor riuscendo a tramutare la condizione angosciosa che era trascritta nelle loro opere, in un personale realismo nervoso. Willem, che in un primo momento aderì alla corrente realistica producendo opere violente nei tratti, successivamente si convertirà all’Espressionismo astratto (termine coniato da Alfred H. Barr Jr.): movimento artistico che prese piede negli Stati Uniti nel secondo dopoguerra e che va inscritto nel fenomeno della migrazione degli artisti europei in fuga delle dittature.
Di particolare interesse è la produzione artistica degli anni Cinquanta e Sessanta nella quale protagoniste sono una serie di immagini femminili ritenute drammatiche e crudeli. La sua opera meglio rappresentativa è Interchange (1955) che rappresenta la città di New York nel quale sembrano confluire Dadaismo, Espressionismo e Surrealismo. Il dipinto è la seconda opera più cara mai battuta all’asta con 300 milioni di euro; il primato va al Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, con un’asta record di 450 milioni di euro.
I curatori della mostra, Gary Garrels e Mario Codognato, in collaborazione con la Willem de Kooning Foundation, mettono in evidenza il ruolo che l’Italia ha avuto nelle sue opere. L’effetto duraturo di questi due periodi creativi sarà rivelato attraverso un’esemplare selezione di lavori che vanno dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050, Venezia.