Alla scoperta della Lucania, terra di Orazio e di Canio: giovane imprenditore che ha fatto di un’idea strampalata, la sua più grande vittoria
Non c’è un lembo di terra che qui, sia una langa. S’inerpicano i trattori sulle vallate della Basilicata. Un viaggio silenzioso tra tornanti, borghi meravigliosi e imprenditori utopistici.
La Lucania che ti aspetti è quella che racconta poco di sé e che si lascia scoprire curva dopo curva, tornante dopo tornante. La terra di Orazio, poeta antico che emesse il suo primo vagito una fredda giornata dell’Immacolata (la solenne festività cattolica cade l’8 dicembre) del 65 a.C., sembra essersi fermata ai primi anni del Novecento. Una piccola regione nota al mondo per i suoi borghi rurali, che sembrano arrampicarsi sul massiccio del Pollino e che lì, stazionano accogliendo viandanti in cerca di pace.
La Basilicata è una terra di acqua e roccia, dove prevale l’attività agricola. A novembre, per tutelare il raccolto estivo dell’anno a venire, gli agricoltori preparano la terra per la semina. I trattori arano il terreno lasciandosi dietro grandi zolle, scivolando verso valle, in un gioco di equilibrio che agli occhi degli osservatori sembra un miracolo che egli possano vedere la fine della giornata.
Il lento andare della Lucania è un rudere abbandonato, crollato sotto il mortaio del tempo. Ce n’è uno, poi dieci e se li conti tutti, ne trovi a migliaia. I lucani preferiscono vivere tra i borghi di Orazio (Venosa) e Acerenza, abbandonando le dimore degli avi. È un’evoluzione naturale: in pochi scelgono di vivere una realtà così dura. Su in cima, ci vivono solo i veterani, quelli che non temono di restare isolati dal resto della civiltà dopo le abbondanti nevicate invernali. Si riempiono, così, le cittadine che faticano, a loro volta, ad allietare le serate dei giovani.
La Basilicata in tavola
Si dice che il peperone crusco sia il protagonista assoluto della cucina lucana. Ed è così. È dolce e croccante, si lascia mangiare con estrema goduria. Il peperone crusco è come il prezzemolo: va su tutto, dall’antipasto sino al dolce. Personalmente l’ho assaggiato su un tortino di patate ed erbe selvatiche ma non manca di trovarlo nei piatti a base di carne oppure come antipasto in accompagnamento ai formaggi a pasta dura. I più temerari, però, lo assaggiano con il cioccolato fondente fuso.
La Basilicata dei sognatori
Però, i giovani, restano! Canio Caruso è un imprenditore lucano, mente di Basilicata Alpaca. Quando accoglie i visitatori nel suo parco, gli occhi luccicano. Sarà la soddisfazione di vedere la sua attività sempre più premiata da chi, giornalmente, gli fa visita congratulandosi per il coraggio di aver puntato su un territorio che ha il bisogno di rilanciarsi. Resta il fatto che le sue “creature simili a peluche” gli hanno creato un buon business a partire dai capi in alpaca che produce e che vende in loco nella boutique di Acerenza e su internet. E lo stesso Canio a consigliarci un ristorante nel borgo medievale di Acerenza …
Palazzo Gala, il ristorante nel centro storico di Acerenza
Il centro storico di La Cërènzə, con i suoi vicoli strettissimi, ci conduce presso Palazzo Gala: una struttura settecentesca divisa, al suo interno, da stanze conviviali che ti fanno sentire come a casa. Dai piatti tipici lucani al menu di mare che puoi assaggiare in qualsiasi altro locale, in qualunque luogo del mondo: la scelta è vasta. Ciò che fa la differenza, però, è il servizio, l’ottima cottura degli ingredienti e il moderno impiattamento.
Cosa vedere ad Acerenza
- Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e San Canio;
- Museo diocesano, la Galleria degli Stemmi e il Museo dei legni intagliati;
- Museo della civiltà contadina;
- Borgo medievale.