Vitigni autoctoni baciati dal mare: in Salento una cantina tutta da scoprire
Fiano, Negroamaro, Primitivo e Susumaniello: sono i vitigni che, dal 1999, riavviano l’attività di una vecchia cantina dell’800 sotto il nome di Schola Sarmenti.
Siamo in Salento, precisamente a Nardò: città che vanta un centro storico delle meraviglie, intagliato nella pietra leccese che si veste a festa barocca tra musei, palazzi e chiese dal fascino unico.
Qui, gli imprenditori vinicoli delle famiglie Calabrese e Marra rilevano una vecchia cantina nel cui terreno erano stati installati vigneti ad alberello, un’antica tecnica d’impianto delle viti che priva la pianta di un sostegno (i tradizionali paletti) e che le permette di crescere, appunto, come un albero.
Le ampie distese di terreno di proprietà della cantina ospitano e nutrono nuovi semi di bacco che si alternano a piante che hanno da raccontare almeno 85 anni di storia; coltivate con le più eccellenti tecniche di lavorazioni sostenibili che escludono, di fatto, l’utilizzo di prodotti di sintesi. Il vigneto di Schola Sarmenti si trova a pochi chilometri dalla costa ionica del Salento; la brezza marina accarezza le sue forti foglie verdeggianti, penetra nella linfa fortificando il ruvido ceppo. Tanto è vero che la cantina rende omaggio con il vino Nauna all’Emporium Nauna: un piccolo porto fondato sul finire del 200 a.C dai Romani, sito nel borgo marittimo di Santa Maria al Bagno dove un tempo erano stati edificati strutture termali con vasche per i bagni poi saccheggiati e rasi al suolo in seguito alle incursioni dei Saraceni.
Schola Sarmenti: una cantina come luogo del sapere
Le alte volte a stella della cantina offrono un tetto alla lunga storia di Schola Sarmenti, con annuali scritti che diventano preziosi codici da conservare. In questo luogo sacro, che conserva suggestive bottaie all’interno delle vecchie cisterne, non di rado vengono proposte serate di degustazione al fine di far apprezzare i vini prodotti attraverso il loro racconto.